Uno studio randomizzato controllato afferma che la terapia occupazionale è efficace nel ridurre la durata e l’incidenza del delirio nei pazienti anziani non ventilati in terapia intensiva e nel migliorare la funzionalità alla dimissione.

Uno studio randomizzato controllato afferma che la terapia occupazionale è efficace nel ridurre la durata e l’incidenza del delirio nei pazienti anziani non ventilati in terapia intensiva e nel migliorare la funzionalità alla dimissione.

Vi riportiamo un articolo essenziale per tutti i clinici, i ricercatori e i riabilitatori coinvolti nella prevenzione, nel trattamento e nella riabilitazione del delirium.

In questo articolo Evelyn A. Álvarez (terapista occupazionale presso l’Hospital Clínico Universidad de Chile) riporta come il delirium nelle unità di terapia intensiva porti a conseguenze negative come l’aumento della mortalità, delle spese ospedaliere e la riduzione dello stato cognitivo e funzionale.

Questa ricerca mirava a determinare l’impatto dell’intervento di terapia occupazionale sulla durata, l’incidenza e la gravità del delirium nei pazienti anziani ricoverati in terapia intensiva (età > 60 anni); l’esito secondario era la valutazione della funzionalità alla dimissione dall’ospedale.

Attraverso uno studio clinico randomizzato di pazienti senza ventilazione meccanica (N=140) con un gruppo di controllo (N=70) che ha ricevuto strategie di prevenzione standard e un gruppo sperimentale che ha ricevuto strategie standard più terapia occupazionale due volte al giorno per 5 giorni (n=70). La valutazione del delirium è stata condotta con il Confusion Assessment Method e la Delirium Rating Scale, mentre gli esiti funzionali alla dimissione con la Functional Independence Measure, l’Hand Dynamometer e il Mini-Mental State Examination.

I risultati sono stati molto incoraggianti: il gruppo sperimentale ha avuto una durata del delirium più breve rispetto al gruppo di controllo (hazard ratio, 0,15 [P = .000; intervallo di confidenza al 95%, 0,12-0,19] vs 6,6 [P =.000, intervallo di confidenza al 95%, 5,23-8. 3]) e una minore incidenza di delirium (3% vs 20%, P = .001) e presentavano punteggi più elevati nella misura dell’indipendenza funzionale motoria (59 vs 40 punti, P < .0001), dello stato cognitivo (MMSE: 28 vs 26 punti, P < .05) e della forza di presa nella mano dominante (26 vs 18 kg, P < .05).

Lo studio riporta quindi come la terapia occupazionale sia una professione efficace nel ridurre la durata e l’incidenza del delirio nei pazienti anziani non ventilati in terapia intensiva e nel migliorare la funzionalità alla dimissione.

Qui di seguito potete trovare riassunti i trattamenti che venivano erogati dal servizio di terapia occupazionale! Buona implementazione a tutti!

Stimolazione multisensoriale: stimolazione esterna intensa con l’obiettivo di aumentare il livello di vigilanza del paziente, nel caso di pazienti con punteggi della Sedation-Agitation Scale pari a 2 e 3.

Posizionamento: uso di dispositivi e adattamenti per prevenire edemi e piaghe da decubito su aree del corpo vulnerabili.

Stimolazione cognitiva: insieme di esercizi con l’obiettivo di attivare le funzioni mentali, comprese, tra le altre, le seguenti aree: vigilanza, percezione visiva, memoria, capacità di movimento, calcolo, problem solving e linguaggio. Ad esempio, ogni paziente ha ricevuto un quaderno per gli esercizi cognitivi, oltre a strumenti come schede di sequenziamento e giochi (carte, domino e giochi da tavolo).

Attività di base della vita quotidiana (BADL): gruppo di attività che promuovono la vita indipendente basate sulle BADL che includono l’igiene, la cura della persona e l’alimentazione.

Stimolazione della funzione motoria degli arti superiori: esercizi attivi per mantenere attivi gli arti superiori del paziente.

Partecipazione della famiglia: visite quotidiane da parte di familiari adeguatamente formati all’assistenza proattiva.

Articolo completo: Occupational therapy for delirium management in elderly patients without mechanical ventilation in an intensive care unit: A pilot randomized clinical trial – Evelyn A. Álvarez, Maricel A. Garrido, Eduardo A. Tobar, Stephanie A. Prieto, Sebastian O. Vergara, Constanza D. Briceño, Francisco J. González. Journal of Critical Care, Volume 37, 2017, Pages 85-90, ISSN 0883-9441, https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0883944116304877?via%3Dihub

Vi riportiamo un articolo essenziale per tutti i clinici, i ricercatori e i riabilitatori coinvolti nella prevenzione, nel trattamento e nella riabilitazione del delirium.

In questo articolo Evelyn A. Álvarez (terapista occupazionale presso l’Hospital Clínico Universidad de Chile) riporta come il delirium nelle unità di terapia intensiva porti a conseguenze negative come l’aumento della mortalità, delle spese ospedaliere e la riduzione dello stato cognitivo e funzionale.

Questa ricerca mirava a determinare l’impatto dell’intervento di terapia occupazionale sulla durata, l’incidenza e la gravità del delirium nei pazienti anziani ricoverati in terapia intensiva (età > 60 anni); l’esito secondario era la valutazione della funzionalità alla dimissione dall’ospedale.

Attraverso uno studio clinico randomizzato di pazienti senza ventilazione meccanica (N=140) con un gruppo di controllo (N=70) che ha ricevuto strategie di prevenzione standard e un gruppo sperimentale che ha ricevuto strategie standard più terapia occupazionale due volte al giorno per 5 giorni (n=70). La valutazione del delirium è stata condotta con il Confusion Assessment Method e la Delirium Rating Scale, mentre gli esiti funzionali alla dimissione con la Functional Independence Measure, l’Hand Dynamometer e il Mini-Mental State Examination.

I risultati sono stati molto incoraggianti: il gruppo sperimentale ha avuto una durata del delirium più breve rispetto al gruppo di controllo (hazard ratio, 0,15 [P = .000; intervallo di confidenza al 95%, 0,12-0,19] vs 6,6 [P =.000, intervallo di confidenza al 95%, 5,23-8. 3]) e una minore incidenza di delirium (3% vs 20%, P = .001) e presentavano punteggi più elevati nella misura dell’indipendenza funzionale motoria (59 vs 40 punti, P < .0001), dello stato cognitivo (MMSE: 28 vs 26 punti, P < .05) e della forza di presa nella mano dominante (26 vs 18 kg, P < .05).

Lo studio riporta quindi come la terapia occupazionale sia una professione efficace nel ridurre la durata e l’incidenza del delirio nei pazienti anziani non ventilati in terapia intensiva e nel migliorare la funzionalità alla dimissione.

Qui di seguito potete trovare riassunti i trattamenti che venivano erogati dal servizio di terapia occupazionale! Buona implementazione a tutti!

Stimolazione multisensoriale: stimolazione esterna intensa con l’obiettivo di aumentare il livello di vigilanza del paziente, nel caso di pazienti con punteggi della Sedation-Agitation Scale pari a 2 e 3.

Posizionamento: uso di dispositivi e adattamenti per prevenire edemi e piaghe da decubito su aree del corpo vulnerabili.

Stimolazione cognitiva: insieme di esercizi con l’obiettivo di attivare le funzioni mentali, comprese, tra le altre, le seguenti aree: vigilanza, percezione visiva, memoria, capacità di movimento, calcolo, problem solving e linguaggio. Ad esempio, ogni paziente ha ricevuto un quaderno per gli esercizi cognitivi, oltre a strumenti come schede di sequenziamento e giochi (carte, domino e giochi da tavolo).

Attività di base della vita quotidiana (BADL): gruppo di attività che promuovono la vita indipendente basate sulle BADL che includono l’igiene, la cura della persona e l’alimentazione.

Stimolazione della funzione motoria degli arti superiori: esercizi attivi per mantenere attivi gli arti superiori del paziente.

Partecipazione della famiglia: visite quotidiane da parte di familiari adeguatamente formati all’assistenza proattiva.

Articolo completo: Occupational therapy for delirium management in elderly patients without mechanical ventilation in an intensive care unit: A pilot randomized clinical trial – Evelyn A. Álvarez, Maricel A. Garrido, Eduardo A. Tobar, Stephanie A. Prieto, Sebastian O. Vergara, Constanza D. Briceño, Francisco J. González. Journal of Critical Care, Volume 37, 2017, Pages 85-90, ISSN 0883-9441, https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0883944116304877?via%3Dihub